Salvatore Incorpora. Quell’andare. Disegni del diario di prigionia

Salvatore Incorpora. Quell’andare. Disegni del diario di prigionia

dal 25 gen 2022 al 27 feb 2022
Mostra

Salvatore Incorpora: Quell’andare. Disegni del diario di prigionia, una nuova mostra cura di Maria Fratelli e Giovanni Incorpora.

La mostra presenta i disegni realizzati dall’ artista a testimonianza dei drammatici anni trascorsi da prigioniero in Polonia, come internato militare numero 14484, dal settembre 1943 al giugno 1945.

Sono schizzi, chine acquarellate su carta e cartine preparate per la prima edizione del libro di memorie Quell’ andare, pubblicata nel 1992. Questo testo, scritto a circa trent’ anni dalla fine della guerra, è l’ opera letteraria più importante lasciata da Salvatore Incorpora artista che, per tutta la vita, ha coltivato anche un forte interesse per la scrittura.

Il ricordo della guerra è presente in tutte le sue opere, a volte diretto, altre volte sotteso, come nelle sculture e nei dipinti a tema sociale. Dagli anni settanta, in particolare, si fa largo per  Salvatore Incorpora la necessità, a lungo trattenuta, di raccontare il dramma della guerra e della prigionia vissute in giovinezza.

Il lungo processo di elaborazione dell’ esperienza traumatica e dolorosa della guerra si concretizza in opere di profonda intensità espressiva in cui le figure perdono la propria individualità per diventare numeri di una massa indistinta; le composizioni narrative si fanno quasi grottesche ed espressioniste.

Per lui il processo di maturazione politica, da giovane soldato in balia della storia, verso posizioni antifasciste, si accompagna al desiderio di riaffermare valori morali e religiosi contrapposti alla disumanizzazione di cui ha visto gli eccessi: i colori sono dominati dal nero della china, i suoi disegni descrivono la tradotta, i lager, le baracche, le marce forzate, il lavoro in fonderia.

Il dolore per Incorpora diventa così un mezzo di redenzione, non di rassegnazione, bensì di resistenza.

La sua testimonianza è memoria consapevole di quanto, senza un esercizio vigile della coscienza e della ragione, il male non si possa sconfiggere.